Il 6 agosto del 1994 ci lasciava per sempre all’età di 66 anni Domenico Modugno, conosciuto come Mr Volare, considerato uno dei padri della musica leggera italiana nonché uno degli artisti più produttivi di sempre, con la scrittura e l’incisione di circa 230 canzoni. Una carriera da musicista accompagnata dal suo innato talento per la recitazione, come testimoniano le interpretazioni in 38 film per il cinema e 7 per la televisione, nonché recitato in 13 spettacoli teatrali e condotto programmi TV.
Famoso nel mondo per i suoi brani, sopratutto per “Nel blu dipinto di blu“, nota nel mondo come Volare, forse la canzone italiana più famosa nel mondo e che lo porterà ad essere rinominato appunto Mr. Volare. All’età di 7 anni si sposto con la famiglia dalla loro Polignano a Mare e si trasferirono a in provincia di Brindisi, dove andando a scuola, impara il dialetto vernacolo sanpietrano, un ramo di quello salentino.
Qui nella sua gioventù inizio a coltivare le sue passioni per la musica, la scrittura, la recitazione, tanto da spingerlo a trasferirsi a Torino e poi a Roma da molto giovane all’insaputa dei genitori. Determinato a diventare qualcuno fece lavori di manualità per poter finanziare le proprie aspirazioni.
La sua forza come così la sua ambizione lo hanno portato a sopravvivere all’arruolamento durante il secondo conflitto mondiale, risalire le difficili condizioni del paese del dopo guerra e salire sul tetto del mondo della musica. Nel 1958 riesce a vincere il il primo di quattro Festival di Sanremo con la sua “Nel blu dipinto di blu”, brano con cui l’anno seguente salì letteralmente agli occhi e all’ascolto di tutto il mondo.
Il “ragazzo” di Polignano a Mare stravince i primissimi, prestigiosi ed innovativi Grammy Awards, tenendo in seconda posizione niente di meno che Frank Sinatra, grande ammiratore del maestro. Negli anni che seguirono ci fu l’enorme rivoluzione musicale sopratutto in America ed in Gran Bretagna che purtroppo non lasciò più molto spazio alla musica italiana. La sua carriera continuò sopratutto in patria, e nel corso degli anni realizzò molte delle sue canzoni più amate, come “La lontananza” nel 1970, “Meraviglioso” e “Dio come ti amo” del 1968 e “Tu sì na’ cosa grande per me” del 1964, quest’ultima considerata la sua canzone più amata dagli italiani.
Altri brani intramontabili sono antecedenti al suo successo in America, come la storica “Vecchio frac” del 1955, “Strada ‘nfosa” del 1957 e “Resta cu’mme” pubblicata nel 1958, stesso anno di “Nel blu dipinto di Blu”. Queste sono ovviamente piccole briciole di un’enorme eredità che Modugno ha lasciato alla musica. Dal matrimonio con Franca Gandolfi, Modugno ebbe i suoi tre figli Marco, Massimo, Marcello e Fabio Camilli, nato il 10 agosto 1962 che ebbe con la ballerina e regista Maurizia Calì, all’ epoca sposata con l’ingegnere Romano Camilli.
Il 12 giugno 1984 fu colpito da un ictus all’interno degli studi di canale 5 ed essendo un fumatore da oltre un pacchetto al giorno da praticamente sempre la cosa non risultò strana e venne sottovalutata sia da lui che dal medico. Infatti quella stessa notte venne ricoverato d’urgenza al San Raffaele di Milano, ma nonostante il tempismo delle cure ricevute rimase paralizzato a metà, cosa che ovviamente lo portò fuori dalle scene artistiche. In quegli anni tra l’altro la sua priorità divenne la politica.
Negli ultimi anni di vita, tenne un ultimo grande concerto, il 26 agosto 1993, a Polignano, per riconciliarsi con la sua città e per chiedere scusa per aver finto di essere siciliano, “Per la fame avrei detto pure di essere giapponese“. Sempre nel 1993 insieme al figlio Massimo scrisse ed interpretò il suo ultimo dono artistico, la canzone “Delfini (Sai che c’è)”. L’artista morì a Lampedusa per un infarto cardiaco, venne seppellito al Cimitero Flaminio di Roma dove ancora oggi, chi ha amato la sua musica e il suo lavoro continua ad omaggiarlo come merita.