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Ci lasciava Bob marley, Re del Reggae

8 maggio 2020 da vinylane

Quasi mezzo secolo fa ci lasciava Bob Marley, uno degli artisti più influenti di sempre, icona leggendaria della musica giamaicana ed idolo di milioni di amatori in tutto il mondo, che a distanza di 49 anni lo riconoscono ancora come uno dei musicisti più grandi di tutti i tempi.   


 

 

 

Io non cancello nulla in questa vita: le cose belle mi hanno insegnato ad amarla e le cose brutte a saperla vivere.

Bob Marley è una di quelle figure nella musica entrate realmente nella leggenda per ciò che sono riusciti ad ottenere e come lo hanno ottenuto. Non si è semplicemente limitato a produrre ed incidere una delle discografie più apprezzate ed amate, è diventato quasi un dio per i giamaicani e con la sua musica ha saputo portare la voce della sua patria in tutto il mondo.

Un’icona dello stile reggae, che grazie alla sua enorme passione per la musica è riuscito a rivoluzionare il ritmo giamaicano e rinnovandolo anche culturalmente, lanciando la moda rasta nel mondo. Le parole delle sue canzoni sono piene di pace ed uguaglianza, sono contro il colonialismo e il razzismo, temi che erano attinenti all’epoca tanto quanto lo sono oggi.

Il nipote di un fattore della campagna di Nine Mile, figlio di un capitano bianco della marina che lo lasciò ancor prima di nascere e rimasto quindi con la madre che più tardi si risposò. Per le strade con gli amici e affrontando il bullismo e le discriminazioni degli altri a causa delle origini paterne, Bob ha dovuto affrontare la dura situazione famigliare in cui viveva e tutto ciò che ne comportava, senza però mai arrendersi.

Con la musica riusciva a spostare masse di centinaia di migliaia di persone nel mondo e l’influenza culturale ed ideologica che da questa si diffondeva dava fastidio a qualcuno, tanto che nel 76 subì anche un’attentato.  il 3 dicembre 1976, a due giorni allo “Smile Jamaica”, un concerto gratuito organizzato dal primo ministro Giamaicano, Micheal Manley, degli sconosciuti raggiunsero il 56 di Hope Road e fecero partire alcuni colpi d’arma da fuoco, uno dei quali raggiunse il gomito di Bob riportando ferite anche al petto. 

Nonostante il duro colpo non esitò a tenere il concerto del 5 dicembre come programmato e accompagnato dalla fedele band con cui ha esordito, i The Wailers. Un concerto dall’importanza non solo politica e sociale ma anche simbolica, non solo per la storia della musica ma per la storia dell’uomo e questi aspetti di Bob Marley lo resero un grande uomo. Parlando in maniera semplice e soprattutto cose vere, è riuscito a mettere a nudo i lati oscuri del colonialismo. Spesso però veniva disegnato come un’elemento nocivo per la società, per ciò che la sua cultura portava con se, per il consumo di marijuana e le sue lotte per la legalizzazione.

Dopo quell’episodio si trasferì in Inghilterra per due anni e durante quel periodo registrò gli album Kaya e Exodus, quest’ultimo rimasto nelle classifiche britanniche per 56 settimane consecutive. Nel 1978, Bob Marley tornò in Giamaica e fu il protagonista di un concerto politico, dal nome One Love Peace Concert. Lo scopo era sopprimere le ostilità esistenti tra i due partiti in guerra. Infatti, su espressa richiesta di Marley i due leader rivali, Michael Manley e Edward Seaga, si incontrarono sul palco e si diedero la mano. La sua popolarità è cresciuta notevolmente specie dopo la sua morte, Bob Marley è stato l’unico artista al mondo capace di unire sostenitori di tutte le razze e di tutti i continenti. 

Ciò che non è riuscito a togliergli l’uomo gliel’ha tolto comunque il destino, e nel luglio 1977 si scoprì che Marley aveva un tipo di melanoma maligno sotto l’unghia di un dito del piede. Certamente il consiglio dei medici era quello di amputare il dito quanto prima, però Bob era contrario a qualsiasi tipo di esportazione del corpo e lo era per motivi religiosi. L’operazione l’avrebbe poi limitato nella carriera e nel calcio, di cui era grande appassionato.

 

 

La vita di un’uomo è fatta di piccoli piaceri, se gli levi anche quei piccoli momenti di gioia un’uomo non ha motivo di vivere e forse potrebbe aver pensato anche questo. Negli anni nacquero interrogativi espressi in vita anche da Bob, anche dal fatto che il melanoma colpisce in minima parte le persone di carnagione così scura ma questo potrebbe essere spiegato dalle sue origini paterne. Insomma, le congetture sono molte e i dubbi sono pochi, perché oltre a questo sappiamo quanto è diventata grande e radicata la sua eredità.

Negli anni che seguirono pubblicò altri due album, Survival , un album provocatorio e politicamente carico, nel 1979 e Uprising nel 1980. La band ha completato un grande tour in Europa, dove ha suonato il suo più grande concerto con 100.000 persone a Milano. Dopo il tour, Marley andò negli Stati Uniti, dove si esibì in due spettacoli al Madison Square Garden di New York come parte del tour della Rivolta. L’ultimo concerto di Marley si è tenuto allo Stanley Theatre a Pittsburgh il 23 settembre 1980 e solo due giorni prima era svenuto mentre faceva jogging a Central Park ed era stato portato in ospedale dove apprese che il suo cancro si era diffuso nel suo cervello.

Il resto del tour fu annullato e Marley cercò un trattamento presso la clinica bavarese di Josef Issels , che non ebbe l’effetto sperato e che costrinse Marley a salire a bordo di un aereo per la sua casa in Giamaica. Dopo l’atterraggio a Miami, in Florida, fu portato in ospedale per cure mediche immediate. Marley morì l’11 maggio 1981 al Cedars of Lebanon Hospital di Miami , all’età di 36 anni. Marley ricevette un funerale di stato in Giamaica che unì elementi dell’ortodossia etiopica e della tradizione Rastafari.   Le sue ultime parole a suo figlio Ziggy furono; “Il denaro non può comprare la vita”.

Inserito nel 1994, è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame. Rolling Stone lo ha classificato al n. 11 nella sua lista dei 100 più grandi artisti di tutti i tempi ed è considerato uno dei musicisti che più ha venduto con oltre 75 milioni di dischi venduti. Dal giorno della sua morte, Bob è seppellito a Nine Mile , dove tutti i giorni persone da tutto il mondo gli rendono omaggio, da subito fu onorato dalla Giamaica con un Ordine al merito e tale è diventato una guida spirituale per il suo popolo che il 6 febbraio in Giamaica si celebra una festa in suo onore. 

 


vinylane

 

Filed Under: Ricorrenze Tagged With: Bob Marley, giamaica, reggae, the wailers

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