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Finiva il tempo di Chris Cornell, una delle voci più belle del Rock.

14 maggio 2020 da vinylane

Un’altra perla rara del Rock ci lasciava esattamente tre anni fa, Chris Cornell. Il musicista di Seattle diventato una delle figure più amate del Rock, un pioniere del Grounge e uno dei più grandi compositori di sempre.

 


 

 

 

Il 17 maggio del 2017, Christopher John Boyle Cornell, meglio conosciuto semplicemente come Chris Cornell, insieme ai suoi Soundgarden si esibì al Fox Theater di Detroit e la sera rientrò in albergo, l’ MGM Grand Detroit Resort in cui alloggiava la band. Il giorno seguente, verso mezzogiorno la guardia di sicurezza raggiunse la camera 1136 in cui alloggiava Cornell, perchè non si aveva notizie di lui dalla sera precedente e dalle telecamere di sicurezza non si era visto nessuno entrare e uscire.

Il cantante viene trovato morto, disteso sul pavimento della stanza con una fascia al collo ed esanime, vano fu l’intervento del medico che ne dichiarò la morte per suicidio nelle ultime ore del 17 maggio. Il cantante era stato visto molto strano nelle ultime ore prima di tornare in hotel, sia dai compagni della band che dalla moglie ma nessuno avrebbe mai pensato, ne tantomeno prevedere quanto accadde.

Nonostante quindi i molti dubbi dalle persone che gli erano accanto, dopo l’autopsia venne confermato il decesso per strangolamento autoinflitto, visto anche le uniche ferite al collo che erano coerenti con la diagnosi. Come sempre accade quando una perla rara del rock ci lascia, i fan di tutto il mondo sono rimasti sotto shok, ancor di più se pensiamo all’ inaspettata tragedia di quel maledetto giorno.

La scomparsa di un musicista che ha contribuito a scrivere una pagina storica del rock, simbolo di una scena musicale, quella del groung, che mantiene il suo fascino anche ha distanza di tanti anni. Chris Cornell soffriva da tanti anni con una forte depressione che risaliva addirittura agli anni della sua adolescenza, anni difficili e fuori controllo per un ragazzino della sua età.


 

 

 

 

Quando poteva sopperiva all’ansia e alla depressione immergendosi nell’ascolto di musica rock’ n roll, ma quando la presa divenne troppo forte trovò sfogo nell’alcol e nelle droghe, anche molto pesanti. Si ritrovò come un ragazzino di poco più di 14 anni tossicodipendente e con forti attacchi di panico. Crescendo ascoltando i Beatles e Little Richard, Chris coltivò la sua passione per la musica e la madre un giorno gli regalò un Rullante, il primissimo strumento suonato dal cantante e quello che a suo dire gli ha salvato la vita distanziandolo dalle droghe.

All’inizio degli anni ’80, Cornell faceva parte di una band chiamata The Shemps, con il chitarrista Kim Thayil che sostitui dopo poco il bassista Hiro Yamamoto che però rimase in contatto con Cornel. Dopo che The Shemps si sciolse, tutti e tre insieme iniziarono a fare jam session in giro per i locali. Cornell ha avuto un ruolo fondamentale nelle origini della musica grunge, fondando i Soundgarden nel 1984 proprio con Kim Thayil e Hiro Yamamoto. 

Insieme agli altri nativi di Seattle, i Nirvana, i Pearl Jam e Alice in Chains, la band e la voce di Cornell, avrebbero continuato a definire un suono che raccoglieva forti elementi di punk e del metal, miscelandoli insieme e dando vita a qualcosa di unico ed inconfondibile. I Soundgarden sono arrivati ad essere acclamati in tutto il mondo, con dischi di successo come Badmotorfinger, King Animal e Superunknown, quest’ultimo con un debutto al Billboard n. 1 e una nomination ai Grammy per il miglior disco rock.

 

 

L’album è stato posizionato al n. 336 nella lista della rivista Rolling Stone dei 500 migliori album di tutti i tempi. Il brano “Fell On Black Days” contenuto nell’album, racconta i segni della sua depressione, soprattutto negli anni della scuola. Nel 1991, Cornell registrò insieme ad Eddie Vedder l’album Hunger Strike , dedicato al suo amico morto per overdose, Andrew Wood, membro di Temple Of The Dog , band in cui militavano i futuri membri dei Pearl Jam. 

Con i Soundgarden nel 1995 vinse il Grammy per la migliore Metal Performance dell’anno e Cornel nel 2000, ottenne una nomination come miglior esibizione vocale maschile al Grammy Awards con “Can’t Change Me”, brano del suo primo album solista e del tutto sperimentale, Euphoria Morning del 1998. In seguito, fondò gli Audioslave quando Zack de la Rocha lasciò i Rage Against the Machine, sostituendolo come cantante.

Formò così una sorta di supergruppo che ha acceso gli entusiasmi del pubblico negli anni dal 2002 con successi come  “Cochise”, “Show Me How to Live”  e “Like a Stone”, fino al 2007 in cui tornò Zack de la Rocha, sciogliendo così la band. Da quel momento il musicista di Seattle iniziò una lunga serie di collaborazioni, dedicandosi maggiormente alla produzione solista piuttosto che alla guida di una band. 

Il 5 giugno 2007, pubblicò il suo secondo album solista, Carry On, che venne preceduto dalla pubblicazione di un CD promozionale pochi mesi prima. Nello stesso anno suonò con gli Aerosmith nel loro tour mondiale, collaborò con Timbaland nel 2009 e con Alice Cooper molti anni prima e soprattutto i Linkin Park, band del suo grande amico Chester Bennington.

Quest’ultimo anch’esso deceduto qualche settimana dopo Chris Cornel, collegando fortemente le loro morti attraverso un filo intrigato di sospetti complotti e dicerie destinate a diventare un mito. Nel novembre 2011 Cornell, pubblicò Songbook, un album acustico dal vivo con brani registrati durante il tour promozionale nel Nord America e rilasciò il 18 settembre 2015 il suo ultimo album solista Higher Truth.

Il cantante è stato autore anche di diverse produzioni nel cinema e nella TV, componendo le colonne sonore di molti film già dagli inizi degli anni 90. Alcuni di questi, per citarne alcuni tra i più famosi sono 007 Casino Royale del 2006 con il brano  “You Know My Name”, “Misery Chain” per l’acclamato film 12 Anni schiavo del 2013 e una versione rielaborata di “Mission”, rinominata “Mission 2000”, usata come colonna sonora di Mission: Impossible 2 nel 2000. 

Una carriera fantastica, una vita piena ma anche dolente che si interruppe quel fatidico mercoledì di maggio. Alla fine della sua ultima performance di Detroit, Chris parlò con il suo pubblico dicendogli che era dispiaciuto per la prossima città, una frase apparentemente di poco peso e traducibile come se quella volta a Detroit aavesse fatto una così grande esibizione che era difficile da ripetere. Ad oggi, anzi già da poco dopo la sua morte, queste sue ultime parole assunsero un significato tutt’altro che vago ed insignificante.

Un’artista rispettato da tutti ed amato da molti, uno dei più grandi compositori di sempre visto sempre con ammirazione da parte di altri musicisti. La profondità e l’intensità dei suoi testi hanno travolto di emozioni chiunque si sia immerso nella sua musica, come lui si abbandonò ad essa per trovare la luce in fondo al buio, cosa che però alla fine perse per sempre.

 

 


vinylane

 

Filed Under: Ricorrenze Tagged With: audioslave, Chris Cornell, grunge, rock, Soundgarden

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