“Qualcuno può suonare la batteria?” Questa la domanda di un frustrato Pete Townshend alla folla presente al Cow Palace di San Francisco verso la fine di un set di prova. “Intendiamo qualcuno bravo.”
Prima di salire sul palco per il primo spettacolo del tour “Quadrophrenia” di The Who , Keith Moon aveva assunto una massicia dose di tranquillanti per cavalli buttandoli giù con un pò di brandy. Per spezzare una lancia a favore di Moon the loon, è riuscito a suonare 14 canzoni prima di svenire sulla sua batteria in “Won’t Get Fooled Again”.
Il batterista secondo le più accurate testimonianze ebbe una forte crisi di nervi. Dopo tutto, fu il loro primo spettacolo sul pretenzioso suolo americano in due anni. I farmaci che prese funzionarono fin troppo bene.
Durante lo spettacolo, il drumming di Moon è diventato molto lento. Keith caduto in coma è stato portato fuori dal palco dagli assistenti della band che gli hanno fatto una doccia fredda e un’iniezione di cortisone.
È tornato sul palco circa 30 minuti dopo per un bis di “Magic Bus” ed è uscito di nuovo visto le sue condizione più che precarie. A quel punto fù necessario portarlo urgentemente in ospedale per una lavanda gastrica. La band continuò a suonare “See Me, Feel Me” senza batteria. Quindi Townshend fece la sua proposta al pubblico presente.
Il giovane batterista Scot Halpin era in prima fila sul palco con un amico, che ha iniziato a gridare al vicino personale di sicurezza e indicando Halpin. “Sa suonare!” Ha catturato l’orecchio del promotore Bill Graham. “Riesci a farlo?” Chiese a Helpin. “Sì“, rispose il batterista.
È stato portato alla postazione di Moon, gli è stato offerto un pò di brandy e ha suonato “Smokestack Lightning”, “Spoonful” e “Naked Eye” con The Who.
Lo spettacolo si è concluso con Roger Daltrey, Pete Townshend, John Entwistle e Scot Halpin al centro della scena. E, per ringraziarlo per i suoi sforzi e per aver letteralmente salvato la scena, The Who gli regalarono una giacca del concerto che però gli fù prontamente rubata quella stessa sera.
Dopo aver conseguito un Master presso la San Francisco State University, è diventato compositore residente al Headlands Center for the Arts in the Bay Area.
Come triste nota di una storia altrimenti gloriosa, Halpin è morto nel 2008. La causa, un tumore al cervello. Aveva solo 54 anni. Il 27 gennaio 2009, gli Who hanno pubblicato un link sul loro sito Web annunciando un blog commemorativo in memoria di Halpin.
Il sogno di un fan diventa realtà. Ed aveva solo 19 anni. Aveva acquistato i biglietti per il concerto della band a San Francisco, in California. Non sapeva che sarebbe finito a suonare la batteria per i leggendari The Who quella sera e tantomeno che il suo nome sarebbe finito inciso nella gloriosa storia del rock ‘n’ roll.
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