Il 15 giugno 1989 venne pubblicato dalla “Sub Pop Records” il primo album dei Nirvana, il suo nome è “Bleach” e contiene 11 tracce. Ne segui una ristampa nel 1992 contenente due bonus track. Una curiosità, la copertina dell’album fu fotografata da Tracy Marander, l’allora fidanzata di Cobain, durante un concerto tenuto dalla band al Reko Muse art gallery di Olympia, nello stato di Washington.
Grezzo ed efficace. Il loro album più spigoloso…
Tra i massimi capolavori del rock. Rabbia allo stato puro, furore incontenibile, Bleach è il Kurt Cobain che credeva ancora di poter gridare qualcosa al mondo con un grido violento. un album davvero potente a clustrofobico, dove il drumming piatto di Chad Channing (che cerca di rincorrere lo stile del grande Dale Crover) si incastona perfettamente tra i riff di Cobain ed il basso di Novoselic.
Le sedute di registrazione si tennero presso gli studi Reciprocal Recording di Seattle tra il dicembre 1988 e il gennaio 1989. Bleach fallì l’entrata in classifica negli Stati Uniti alla sua pubblicazione, ma venne comunque recensito positivamente dalla critica. L’album fu ripubblicato dalla Geffen Records nel 1992 dopo il successo internazionale del secondo album dei Nirvana, Nevermind (1991). La ristampa debuttò alla posizione numero 89 della classifica statunitense Billboard 200, e raggiunse la numero 33 nella Official Albums Chart britannica. Nel 2009 la Sub Pop ha pubblicato la 20th Anniversary Edition di Bleach comprendente anche una registrazione live di un concerto dei Nirvana del 1990 a Portland, Oregon. Sin dalla sua pubblicazione nel 1989, Bleach ha venduto oltre 1,900,000 copie nei soli Stati Uniti. È l’album della Sub Pop più venduto di sempre.
In seguito alla pubblicazione nel novembre 1988 del singolo d’esordio Love Buzz i Nirvana incominciarono la registrazione di un album in studio nell’arco di due-tre settimane, nonostante l’etichetta discografica indipendente Sub Pop avesse chiesto loro soltanto un EP. La maggior parte delle sessioni di registrazione si svolsero presso i Reciprocal Recording Studios di Seattle, con il produttore locale Jack Endino. La band iniziò a registrare il 24 dicembre del 1988, in una sessione lunga 5 ore. Il gruppo registrò di nuovo tra il 29 e il 31 dicembre e di nuovo ancora il 14 e il 24 gennaio. Il produttore Endino programmò per il gruppo trenta ore complessive in sala di registrazione. Tre dei brani dell’album (Floyd the Barber, Paper Cuts e Downer) erano già state precedentemente registrate, sempre nel 1988, ma con Dale Crover alla batteria.
Malgrado i tentativi di registrare gli stessi brani con il nuovo batterista Chad Channing, il gruppo alla fine decise di inserire nell’album versioni remixate delle registrazioni con Crover. Downer faceva parte del primo demo registrato da Cobain con il suo gruppo precedente, i Fecal Matter. Oltre che nelle versioni CD dell’album, la traccia compare anche nella compilation Incesticide. Stando a quanto riportato da Endino, il brano Big Long Nowvenne scartato dalla versione finale perché Cobain riteneva che in Bleach ci fosse già “abbastanza roba lenta e pesante”, quindi “non voleva far pubblicare il brano”. L’album era ormai preparato e sequenziato ma il capo della Sub Pop Bruce Pavitt diede l’ordine di risequenziarlo completamente. La registrazione fu ulteriormente ritardata parecchi mesi a causa della mancanza di fondi della casa discografica.
Endino predispose il gruppo a trenta ore complessive di registrazione al costo di 606,17 dollari. Il denaro venne fornito da Jason Everman, un chitarrista che era rimasto colpito dal demo con Dale Crover. Everman per breve tempo si unì al gruppo come secondo chitarrista e compare nei crediti della copertina dell’album sebbene non abbia preso parte alle registrazioni. Il bassista Krist Novoselic spiegò che “volevano solo farlo sentire a casa nel gruppo”.
La copertina dell’album fu fotografata da Tracy Marander, l’allora fidanzata di Cobain, durante un concerto tenuto dalla band al Reko Muse art gallery di Olympia, nello stato di Washington. Il 25 febbraio 1989 i Nirvana cominciarono un tour in varie località della costa orientale degli Stati Uniti, arrivando a suonare anche all’Università di Washington. Il gruppo iniziò il suo primo tour europeo il 30 ottobre dello stesso anno a Newcastle upon Tyne e, il 3 dicembre successivo, suonarono al London Astoria.
Dopo l’uscita dell’album, i discount Kmart commercializzarono una linea d’abbigliamento per promuovere i Nirvana e il nascente genere grunge. Christopher Sandford racconta che: «quando gli esperti di moda notarono le camicie da boscaiolo e le brutte jersey a fantasia geometrica stile anni cinquanta di Cobain, trovandovi un esempio di “stile di bassa moda”, non fecero caso al fatto che le camicie di flanella e i maglioni erano vestiti di tutti i giorni per chi, come Cobain e il suo gruppo, proveniva da zone a clima marino come quella degli Stati Uniti nordoccidentali»; Cobain disse in seguito che non aveva mai avuto intenzione di cominciare una moda o di comportarsi da modello. Il 1º aprile 1990 i Nirvana iniziarono il loro secondo tour negli Stati Uniti, durante il quale il batterista Chad Channing venne sostituito da Dave Grohl…
Il titolo provvisorio dell’album era Too Many Humans, ma venne rinominato Bleach dopo che Cobain scoprì, durante la tappa nella città di San Francisco, un manifesto che invitava alla prevenzione dell’AIDS. Il manifesto consigliava a chi faceva uso di eroina di passare della candeggina (bleach in inglese) sugli aghi delle siringhe prima di utilizzarle ed era accompagnato dallo slogan Bleach Your Works. In Australia, prima del 1992, Bleach fu pubblicato dalla Waterfront Records in una nuova versione con le copertine di diversi colori e in vinile colorato.
Nell’aprile del 1992, sull’onda del successo del secondo album dei Nirvana, Nevermind, la Sub Pop pubblicò una versione rimasterizzata di Bleach nei formati LP, CD e musicassetta, di cui la Geffen Records curò la distribuzione internazionale. La versione CD era confezionata in una custodia di cartone pieghevole che comprendeva un libretto bonus pieno di foto della band nel periodo 1987-1990. Per il 20º anniversario dell’album, il 3 novembre 2009 la Sub Pop ne pubblicò una ristampa deluxe insieme a una rimasterizzazione dei nastri originali realizzata da George Marino nel marzo precedente e una registrazione dal vivo di un’esibizione tenuta dal gruppo al Pine Street Theatre di Portland nel 1990. Negli Stati Uniti d’America si stima che l’album abbia venduto 1.900.000 copie.
‘Nirvana‘ significa libertà dal dolore, dalla sofferenza del mondo esterno…
Blew – Bleach (1989)
La prima canzone dell’album di debutto parla del senso di claustrofobia che provava il cantante Kurt Cobain nel vivere in una piccola città come Aberdeen da ragazzo. Un sentimento tanto forte da avergli fatto pensare di uccidere tutti i suoi compagni di scuola. «Fantasticavo di questo, ma non lo avrei mai fatto: piuttosto mi sarei ammazzato io prima», disse poi. Piuttosto profetico, purtroppo.
Floyd The Barber – Bleach (1989)
Kurt immagina di essere torturato e ucciso dal parrucchiere Floyd, personaggio della sitcom americana The Andy Griffith Show. Quando il corpo del cantante fu ritrovato dopo il suicidio, la polizia disse di aver trovato la televisione accesa e impostata proprio sul canale della sitcom in un continuo replay. E così può essere che Floyd sia stata una delle ultime immagini che abbia visto Cobain.
About a Girl – Bleach (1989)
Si tratta di una canzone d’amore ispirata a Tracy Marander, la fidanzata di Cobain al tempo della composizione del brano. Ma è anche una lettera d’amore indirizzata ai Beatles, il cui album Meet The Beatles Kurt aveva ascoltato tutto il pomeriggio prima di mettersi a scrivere. «Ha una sonorità da canzone pop che si avvicina ai R.E.M.», dirà poi il cantante. E proprio il leader dei R.E.M. Michael Stipe farà il discorso introduttivo per i Nirvana nella Rock ‘N’ Roll Hall Of Fame.
School – Bleach (1989)
Cobain paragona la scena grunge dello Stato di Washington alla sua adolescenza nel liceo di Aberdeen, un periodo della sua vita molto infelice e triste. Nonostante i suoi sforzi, Kurt non riuscì mai a integrarsi con i compagni: entrò persino nella squadra di wrestling della scuola.
Love Buzz – Bleach (1989)
Il primo singolo in assoluto dei Nirvana è in realtà una cover della poco conosciuta band olandese Shocking Blue. L’autore, Robbie van Leeuwen, disse poi di averla sentita per la prima volta in un negozio di musica, ma di non aver comprato il singolo perché era «inferiore» all’originale.
Paper Cuts – Bleach (1989)
È l’unica canzone dei Nirvana nella quale compare la parola «Nirvana». Sarebbe ispirata a una storia (non confermata) avvenuta ad Aberdeen, dove due genitori avevano chiuso i propri figli nella soffitta. Kurt si cala nei panni dei bambini e canta dal loro punto di vista.
Negative Creep – Bleach (1989)
Kurt dichiarò che la canzone fosse relativa alle sue emozioni, ma alcuni pensano che sia un’allusione ai Mudhoney, un gruppo grunge di Seattle.
Scoff – Bleach (1989)
Si dice che questa canzone riguardi il rapporto di Kurt con i suoi genitori, che pensavano non si sarebbe dovuto dedicare alla musica («in your eyes, I’m not worth it»), ma sembra sia solo un mito, dal momento che Cobain arrivava da una famiglia con molti musicisti: suo zio Chuck Fradenburg (componente dei The Beachcombers), sua zia Mari Earle suonava la chitarra e il suo prozio Dlbert era un tenore.
Swap Meet – Bleach (1989)
Una delle canzoni più agrodolci di Cobain («She loves him more than he will ever known, he loves her more than he will ever show»). Sembra sia ispirata a una coppia che conobbe per caso in un mercatino delle pulci di Aberdeen.
Mr. Moustache – Bleach (1989)
Un brano su cosa significasse al tempo essere un uomo moderno secondo Cobain, che a scuola, oltre a essere entrato nella squadra di wrestling, aveva anche un caro amico gay. Non a caso il riff principale trae spunto da una canzone di una band che aveva un cantante in grado di ribaltare i canoni di mascolinità: Hello I Love You dei The Doors.
Sifting – Bleach (1989)
L’ultima (e la più lunga) canzone di Bleach è forse anche la più difficile da interpretare. Cobain non parlò quasi mai di questo brano e, soprattutto, non ne spiegò mai il significato. Una delle ipotesi più probabili è che riguardi il rifiuto di crescere, trovare un lavoro e adeguarsi alle regole sociali come ci si aspetterebbe. Di fatto un estremo atto di ribellione. «Wet your bed, wouldn’t it be fun?», canta Kurt.